lunedì 5 aprile 2010

Chi scrisse quella frase?

«Potrebbe venire il giorno in cui si potrà dire di aver fatto qualche cosa.»

Nel 2008 lo storico ecclesiastico Hubert Wolf, che già dal 1992 ha libero accesso agli Archivi segreti vaticani, nel suo libro "Papst und Teufel" ("Il papa e il diavolo") a pagina 205 scriveva [1]:

«Il 1° aprile 1933, mentre in Germania le SA sorvegliavano il boicottaggio dei negozi ebrei, papa Pio XI e il suo segretario di stato Eugenio Pacelli s'incontrarono per discutere, come di consueto, i più importanti temi di politica ecclesiastica del giorno. A capo della lista in quel giorno figurava l'antisemitismo dei nuovi plenipotenziari in Germania. Parecchie autorevoli personalità ebraiche avevano infatti informato il papa degli "eccessi antisemiti in Germania". Pio XI diede istruzioni al segretario di stato di incaricare il nunzio di Berlino, Cesare Orsenigo, di sondare senza indugio "se, e casomai che cosa" si potesse intraprendere a riguardo da parte della Santa Sede. Dopo l'udienza Pacelli vi aggiunse tra parentesi: "Potrebbe venire il giorno in cui si potrà dire di aver fatto qualcosa" - una frase chiave: sarà infatti lo stesso Eugenio Pacelli, nel 1939, a salire al trono di san Pietro col nome di Pio XII.»

(Traduzione e evidenziamenti miei)

E' davvero molto interessante a chi Thomas Brechenmacher, anch'egli storico ecclesiastico, vuole ora attribuire questa "frase chiave":

Le relazioni che il nunzio di Berlino, Cesare Orsenigo, spediva quasi giornalmente alla segreteria di stato vaticana (presieduta a quel tempo da Pacelli) sono da poco state messe online, dapprima soltanto per l'anno 1933, dal DHI (Istituto storico germanico di Roma), a cura di Thomas Brechenmacher.

Missiva di Pacelli (Pio XII) a Cesare Orsenigo del 4 aprile 1933 [2]:

Il documento si referisce agli appelli di "alte notabilità israelite" al Papa di intervenire contro gli eccessi antisemiti in Germania. Orsenigo è pregato, in linea con la "missione universale" della Santa Sede verso tutti gli esseri umani, di sondare le possibilità d'intervenire in tal senso. (Il 1° aprile 1933 si era avuto appunto il boicottaggio dei negozi ebrei.)

Alquanto interessante è la nota esplicativa numero 3:
(Anche nella versione online italiana, tutte le note esplicative sono in gran parte soltanto in tedesco)

Pacelli nell'udienza da Pio XI del 1.4.1933 aveva notato quale incarico per O[rsenigo]: "Veda se e come può dire o fare qualche cosa. - (Può venire così il giorno in cui si potrà dire che è stata fatta qualche cosa. E' cosa che sta nelle buone tradizioni della S. Sede.)" […] Anche nell'aggiunta fra parentesi Pacelli verosimilmente riferisce le parole del papa; non sembra infatti necessario annotarsi i propri pareri. Nel testo del suo telegramma invece Pacelli andò oltre le istruzioni di Pio XI e parla della "missione universale di pace e di carità" che la Santa Sede è tenuta a compiere. Qui Pacelli pone indubbiamente propri accenti. - La frase espressa da Pio XI nell'udienza: "Potrà così venire il giorno in cui si potrà dire di aver fatto qualche cosa" non sarà certamente da valutare quale attitudine opportunistica da parte di Pio XI (o addirittura di Pacelli), bensì quale espressione di come il Papa intendeva i doveri inerenti alla sua carica. Una discussione esaustiva di questa fonte presso Brechenmacher, "Potrà così venire il giorno …".

Chi ha scritto ora questa "frase chiave"?
Più precisamente: fu pronunciata da Pio XI nell'udienza o si tratta di un'aggiunta di Pacelli?

Comunque, non è affatto nello stile di Pio XI, bensì in quello di Pacelli (Pio XII), come già Hubert Wolf scriveva nel 2008.

Brechenmacher però la attribuisce ora deliberatamente a Pio XI, aggiungendovi, in modo molto allusivo, che non sarà certamente da interpretare quale opportunismo di papa Ratti.

Infatti non si tratta di certo di opportunismo da parte di Pio XI, in quanto (ne sono convinta) fù Pacelli a scrivere quella frase - Pacelli ovvero Pio XII ha però dimostrato in parecchie occasioni appunto un tale opportunismo.

Trovo abbastanza biasimevole mentire e distorcere la verità per discolpare Pio XII, tanto più quando si fa poi a spese di una persona meritevole quale lo era Pio XI, diffamando così la sua memoria.

Sentiamo al contrario di nuovo Joseph Wirth che nel 1939 disse che "nell'ambito dei suoi sforzi ha avuto modo di avere dei profondi saggi della mentalità del nuovo papa [Pio XII], che però nel suo cuore erano ancora vive le impressioni dell'alta linea di condotta di papa Pio XI, benedetta la sua memoria."

Brechenmacher invece mira, come molti apologeti di Pio XII, a nivellare i contrasti fra i due pontefici, se non a capovolgerne i meriti. Come nella nota no. 3 di qui sopra: "Pacelli andò oltre le istruzioni di Pio XI", "o addirittura di Pacelli" … Papa Ratti invece appare, anche se negato, come opportunista che adempie soltanto ai "doveri inerenti alla sua carica".

E non è affatto la prima volta che riscontro quest'atteggiamento da parte di Thomas Brechenmacher, ancor più che da parte di Hubert Wolf.
Ne fa ora anche un gran tamtam a proposito di questa singola frase, sicuramente perchè non si può trovare null'altro per "incriminare" Pio XI - a parte questa frase che non è nemmeno sua!

A proposito degli "appelli di alte notabilità israelite" al papa di intervenire contro gli eccessi antisemiti: abbiamo già visto qui che non una singola richiesta d'aiuto, di cui Pacelli in quanto segretario di stato ne ricevette innumerevoli a partire dal 1933, fù da lui trasmessa a Pio XI.
(Che poi nel documento si parli soltanto delle "alte notabilità" fa pensare che soltanto ora Pacelli ritenne necessario informarne il papa; era infatti anche molta "gente comune" a rivolgersi al papa in richiesta d'aiuto).

Quale affidamento si può dunque fare sulla redazione dei rapporti di Orsenigo (e non soltanto) da parte del DHI e di Thomas Brechenmacher se si riscontrano simili ...?

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1) Il titolo del libro per intero è: "Papst und Teufel: Die Archive des Vatikan und das Dritte Reich"; vedo che il libro ora esiste anche in lingua italiana, "Il papa e il diavolo - Il Vaticano e il Terzo Reich" - la traduzione di sopra è però mia.

N.B. A fine marzo 2010 nel libro che in tedesco è gia da anni in parte accessibile anche su internet, si poteva ancora leggere la pagina 205 con il passaggio sopracitato, alcuni giorni più tardi non più!

2) dhi-roma.it
E' un pochetino complicato trovare i documenti: cliccare a sinistra su "Pubblicazioni online", qui su "Storia moderna e contemporanea"; ora cliccando su "Rapporti di Cesare Orsenigo …" si arriva all'edizione digitale, e qui cliccare su "banca dati online"; si arriva ad un formulario di ricerca che si può lasciare in bianco, cliccando soltanato su "Suchen" (=cercare): appaiono ora i rapporti in ordine cronologico. (Anche copiando il link si arriva soltanto alla pagina col formulario di richerca.)

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