lunedì 5 aprile 2010

Emma Fattorini e David Kertzer

e altri ...

E' soprattutto dopo l'apertura parziale, nel settembre del 2006, degli archivi segreti vaticani per il pontificato di Pio XI (1922-1939) che, sulla base di nuovi documenti venuti alla luce, si molteplicano le voci in sua difesa, quasi alla sua "riabilitazione" (nel contempo si delinea sempre più chiaramente come fù censurato e ostacolato da Pacelli, futuro Pio XII); eccone alcune:

Emma Fattorini
Docente di storia contemporanea all'Università "La Sapienza" di Roma:

Il suo intero libro: "Pio XI, Hitler e Mussolini - la solitudine di un papa" (2007) è improntato a sostenere la tesi del papa sempre più isolato all'interno della curia, ostacolato sia da alti prelati che lo circondavano sia dal regime fascista.

Alberto Melloni
Anch'egli docente di storia del cristianesimo all'Università di Modena:

«In the pontificate of Pius XI, there is a change from initial indulgence if not sympathy for totalitarianism as a way to contain the Communist threat, to a different attitude … against Nazism, and against fascism and racial discrimination, deportation, and extermination."»

«Durante il pontificato di Pio XI assistiamo ad una svolta da iniziale indulgenza se non addirittura di simpatia per il totalitarismo quale mezzo per contenere il pericolo comunista, ad un'attitudine diversa … contro il nazismo ed il fascismo e contro le discriminazioni razziali, le deportazioni e lo sterminio.»

(Prima della morte di Pio XI nel febbraio del 1939 non vi furono ovviamente ancora deportazioni sistematiche, nè si poteva ancora parlare di "sterminio" - ma era già più che sufficiente quello che era "accaduto" fino ad allora.)

Alberto Melloni fù anche il primo a riportare, nel 2004 su «Corriere della Sera», le istruzioni di Pio XII, riemerse in Francia, di non restituire alle loro famiglie o a parenti i bambini ebrei sottratti alla persecuzione nazista che erano stati battezzati. (Articolo e documento)

David Kertzer
Autore di "I papi contro gli ebrei":

«Historian Kertzer says that Pius XI was aware he was making deals with devils in order to secure advantages for the Catholic church, but that his attitude changed toward the end of his papacy. "The pope began to regret to some extent what he had done and he really had some crisis of conscience", Kertzer says.»

«Lo storico Kertzer ci dice che Pio XI era cosciente di "arrivare a dei patti con il diavolo" per assicurarsi dei vantaggi per la Chiesa cattolica, ma che la sua attitudine cambiò verso la fine del suo pontificato. "Il papa iniziò a pentirsi in una certa misura di ciò che aveva fatto ed ebbe dei sinceri rimorsi di coscienza."»

Da un'articolo del 6.10.2006 sull'apertura degli archivi segreti vaticani (in inglese):

Di pentimento sarà ben il caso di parlare; infatti durante i suoi anni quale nunzio in Polonia si era espresso, pure lui, con gran disprezzo nei confronti degli ebrei. D'altra parte fin dalla sua gioventù mantenne un rapporto d'amicizia con il rabbino di Milano. Non è dunque un "caso semplice" come per esempio Giovanni XXIII, ma sono comunque convinta che la sua opposizione finale alla discriminazione razziale era motivata da una sincera avversione contro il razzismo e l'antisemitismo.

Giovanni Miccoli
Docente di storia del cristianesimo all'Università di Trieste; autore di "I silenzi e i dilemmi di Pio XII" (2000):

Anch'egli sostiene la tesi del papa "abbandonato" all'interno della curia, p.e. nella sua intervista radiotelevisiva dell'aprile 2009. Non mi è noto se ha anche scritto degli articoli sul tema.

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