lunedì 5 aprile 2010

Irene Harand: «La sua lotta»


Irene Harand su Pio XI (1933)

Nel 1935, Irene Harand, una cattolica viennese, scrisse una "replica a Hitler", nella quale confutò punto per punto le accuse da lui mosse contro gli ebrei nel suo famoso libro "Mein Kampf" ("La mia lotta").

Già il titolo scelto dalla Harand indica il suo netto distanziamento dalle posizioni di Hitler: lo chiama infatti "Sein Kampf" ("La sua lotta - una replica a Hitler").

Il libro fù riedito nel 2005 da una casa editrice viennese - è ora anche accessibile su internet, purtroppo soltanto in tedesco (vedi qui).

A pagina 41 v'è scritto a proposito di Pio XI (è la sua unica menzione nel libro):

«L'agenzia stampa "Central News" nell'agosto del 1933 diramò una notizia romana secondo cui il papa, a seguito dell'impressione che fecero su di lui le notizie sulle continue persecuzioni degli ebrei in Germania, si pronunciò in modo dispregiativo nei confronti del movimento antisemita.
Pio XI dichiarò che le persecuzioni antiebraiche rappresentano un "certificato di povertà" ("Armutszeugnis") per la civiltà di un grande popolo. Egli rammenta che Gesù Cristo, la madre di Dio e la sua famiglia, gli apostoli e molti santi erano di origine ebraica, e che la Bibbia è una creazione degli ebrei. I popoli ariani, così il papa, non possono avanzare alcuna pretesa di superiorità verso i semiti.

[traduzione mia]

Mi sono imbattuta piuttosto per caso in questo breve accenno alle dichiarazioni di Pio XI espresse già nel 1933, e vorrei proprio sapere perchè quest'episodio viene sempre taciuto; gli storici Thomas Brechenmacher e Hubert Wolf p.e., che da parecchio tempo hanno accesso libero agli archivi segreti vaticani, non si sono mai imbattuti in questa "notizia romana" del 1933? L'hanno mai pubblicata?
Non penso, ne loro e neanche altri apologeti di Pio XII. Ovviamente per non mettere troppo in risalto il contrasto tra Pio XI ed il suo successore, il quale invece non si pronunciò mai con una sola parola contro gli eccessi antisemiti.

L'unico accenno su internet lo trovo, in inglese, in una raccolta di saggi, qui, "Christian Responses to the Holocaust" (pagina 132: "Irene Harand's Campaign Against Nazi Anti-Semitism in Vienna, 1933-1938" di Gershon Greenberg).



Una vita movimentata - Irene Harand (1900 - 1975)
Negli anni 1920 Irene Harand era impiegata presso l'avvocato ebreo Moriz Zalman a Vienna.
Con lui nel 1930 creò il Partito popolare austriaco ("Österreichische Volkspartei"), e nel 1933, sempre assieme, l'"Associazione mondiale contro l'odio razziale e la indigenza umana", ("Weltbewegung gegen Rassenhass und Menschennot") che venne presto chiamata soltanto "movimento Harand" ("Harand-Bewegung"), anche quale antitesi al movimento hitleriano. In breve tempo contava circa 36'000 associati in tutto il mondo.
Il loro settimanale "Giustizia" ("Gerechtigkeit") apparve dal 1933 al 1938 con una tiratura di circa 28'000 esemplari (per un corto periodo anche in francese e in polacco); sulla copertina recava il motto: "Combatto l'antisemitismo in quanto esso disonora il nostro Cristianesimo".
Già nel 1933 la Harand pubblicò un libro contro l'antisemitismo, nel 1935 poi appunto "La sua lotta - una replica a Hitler", che fù tradotto anche in inglese e in francese.
Durante i suoi estesi viaggi attraverso l'Europa e gli Stati Uniti, tenne dei discorsi nei quali cercò di mobilitare il pubblico contro il nazionalsocialismo e specialmente contro l'antisemitismo.
Quanto sul serio fù presa la sua iniziativa lo dimostrano le ripetute proteste dell'ambasciatore tedesco Franz von Papen presso il governo austriaco, che le denunciò quale "intromissione negli affari interni tedeschi".
In occasione dell'"Anschluss" dell'Austria nel 1938, la Harand fortunatamente si trovò in Inghilterra, da dove più tardi emigrò con suo marito negli Stati Uniti. Moriz Zalman nel 1940 fù ucciso nel campo di concentramento di Sachsenhausen.
Su Irene Harand venne emessa una taglia di 100'000 Reichsmark; i suoi libri dati pubblicamente alle fiamme a Salisburgo.
Nel 1968 Irene Harand venne nominata dallo Yad Vashem di Gerusalemme una "giusta tra le nazioni".
Morì il 2 febbraio 1975 a New York.

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